Due orientamenti del secondo Novecento
Due orientamenti del secondo Novecento
Dalla seconda metà dell'Ottocento l'antropologia ha mostrato una natura bivalente: dove sono presenti elementi umanistici e scientifici. Questo è causato dall'oggetto di studio dell'antropologia: l'uomo, che può essere studiato come animale tra gli altri animali oppure come essere vivente in quanto capace di riflettere sus e stesso e di elaborare significati e valori. Questi due modi di considerare l'uomo sono all'origine di due metodi differenti di ricerca del Novecento: quello materialista e quello interpretativo.
Il primo programma di ricerca ha la stessa oggettività delle scienze naturali e propone una spiegazione materiale e scientifica dei comportamenti dell'uomo. Attribuisce un significato materiale e funzionale anche alle arte, alla politica, alla religione. Questo metodo di ricerca spiega la cultura come l'insieme di risposte dell'uomo alle sfide della natura.
Il secondo programma di ricerca cerca di capire dall'interno gli atteggiamenti di una specifica cultura, in quanto può essere descritta e interpretata ma non spiegata. Gli antropologi non sono interessati a elaborare leggi sull'evoluzione culturale ma a capire il punto di vista del nativo.
Il materialismo culturale di Marvin Harris
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-la teoria di Karl Marx che distingue l'uomo dagli altri animale perché produttore e lavoratore
-la selezione naturale di Darwin
-la psicologia comportamentista di Malthus secondo la quale mentre la popolazione cresce anche le risorse crescono ma non abbastanza per tutta la popolazione portando a uno squilibrio fra le due.
Nel materialismo l'uomo viene visto come insieme di bisogni, pulsioni, preferenze,... Lotta per la sopravvivenza e si distingue dagli altri animali per l'intelligenza.
Il materialismo spiega la cultura come l'insieme di risposte dell'uomo alle sfide della natura.
L'antropologia interpretativa di Clifford Geertz
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Nell'antropologia, coloro che praticano fanno dell'etnografia. L'etnografia non è semplicemente un insieme di tecniche e procedure, l'essenza è il tipo di sforzo intellettuale che richiede: avventurarsi in una descrizione densa. Descrizione densa, è quando è consapevole che i dati raccolti sono le interpretazioni che l'antropologo dà delle interpretazioni di altri.
Lui non crede all'immediatezza del dato etnografico e ritiene impossibile separare l'esposizione dei fatti veri e propri dalla loro interpretazione. La pluralità dei punti di vista presenti in una descrizione densa non sono un limite dell'etnografia, secondo Geertz.
Un'altra peculiarità dell'etnografia è il suo carattere di narrazione scritta.
Secondo Geertz l'antropologo, è un conservatore di significati. Lui non ha problemi ad ammettere che l'uomo è un animale culturale. Però non crede che sia possibile scoprire universali culturali che permettano di distinguere l'uomo dagli animali.
Geertz prende di petto la diversità, diche che l'uomo è un animale molto vario; l'etnografia è la "scrittura" di questa diversità
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