Il pensiero magico
Il pensiero magico
Che cos'è la magia?
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La cultura popolare distingue la 'magia nera', distruttiva, dalla 'magia bianca', che ha scopi benefici.
Inoltre si distingue la magia naturale dalla magia cerimoniale. La prima è l'antenata della scienza moderna, quindi trasforma la natura utilizzando le sue leggi; la seconda, invece, si prefigge di ottenere scopi benefici o malefici ricorrendo a varie pratiche, come ripetere formule verbali più volte.
Le 'parole magiche'
Le arti pratiche utilizzano un repertorio lessicale molto vasto, oggi codesti termini si utilizzano come sinonimi, ma ciascuna parola ha un significato molto più profondo.
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Il termine 'negromanzia' designa l'arte di predire il futuro interpretando gli eventi.
Il termine 'sortilegio' era una pratica divinatoria che si effettuava lanciando a terra dei bastoncini e interpretandone le modalità di caduta.
Il termine 'incantesimo' si riferisce all'attività di influire su un soggetto a distanza, addormentarlo o pietrificarlo.
Il termine 'malocchio' si riferisce all'influsso malefico esercitato dallo sguardo di persone che praticano attività magiche o diaboliche.
Nella cultura popolare il termine 'stregoneria' indica l'arte pericolosa di uomini e donne che praticano la magia nera. In antropologia lo 'stregone' è colui che può compiere magie benefiche o malefiche a vantaggio o danno della sua comunità.
Due interpretazioni della magia: Frazer ed Evans-Pritchard
Il punto di vista di Frazer
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La magia secondo Frazer è alla base delle scienze moderne, perché se questi due principi vengono applicati legittimamente producono scienza, ma se vengono applicati in modo scorretto producono magia.
La spiegazione di Evans-Pritchard
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Nel regno delle Azande il pensiero magico coesisteva con il ragionamento empirico, integrandolo da un punto di vista psicologico e sociale. La magia era rivolta alle persone e non mirava alla trasformazione della natura. Da questo punto di vista non bisogna più distinguere la magia bianca da quella nera ma la stregoneria dalla fattucchieria. La prima è opera innata di chi la pratica, mentre la seconda comprende le capacità che si apprendono e richiede tecniche tangibili e visibili.
Con la magia la popolazione spiegava le disgrazie e le malattie.
Per Evans-Pritchard quindi la magia e la stregoneria sono realtà profondamente umane con cui ci si difende o si attaccano i nemici. Esse danno vita a un sistema di credenze e pratiche difficili da smontare perché provvisto di una logica interna che lo sostiene e lo giustifica.
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